lunedì 30 marzo 2009

...black waves & another thoughts...


Avevo messo in conto anche questo, il silenzio, il nulla in questo spazio virtuale. Immaginavo che per tanti giorni avrei lasciato questo mio piccolo rifugio e non per qualche fatto rilevante nella mia esistenza, ma semplicemente perchè sarei stato banale e fottutamente ripetitivo. Ora sono qui, magari con le mie solite contraddizioni ma con una consapevolezza quasi fuori dal comune. Non è passato nemmeno un mese dall'ultima volta che ho scritto, qualcosa è successo effettivamente e sono in qualche modo lieto di poterlo scrivere anche qui; parlo di uno spiraglio, di una piccola fessura dove finalmente entra una luce chiara e decisa. Parlo quasi in modo patetico. Patetico per il fatto che non mi sono mai sentito e letto cosi. Cosa cambia in definitiva? Ben poco se ci penso, però è la prima volta dopo tanti anni, che mi ricordo che sono fatto anch'io di carne, ossa, capelli, calore, odori.
Se da un lato tutto ciò mi sta aiutando a trascorrere i giorni in maniera "leggera", dall'altro ci sono i pensieri che incombono ogni volta, pensieri di svariata natura. Il pensiero per un gruppo che non va, per un lavoro che non c'è, per l'incertezza di avere davvero la persona accanto. Si, pensieri banali, pensieri che fanno tutti, ma in me assumono un ruolo ancora più rilevante. Se penso solo al fatto della mia musica, del fatto che non posso più esprimermi come vorrei, mi sento soffocare; e anche se non è ancora finita, sento che stiamo arrivando alla conclusione di un'avventura che mi è sembrata sin dall'inizio troppo bella per avere un lieto fine. Ho osservato, ho sentito il silenzio dei miei compagni di sventura e ho capito solo una cosa...che le nostre teste sono lontane, ognuno nel suo mondo, ognuno nella sua sicurezza che si porta dietro e forse, mi duole dirlo, ognuno nel suo più malsano egoismo. Sono parole forti queste, parole che non avrei mai voluto scrivere e che mi auguro cancelli al più presto con una sana risata. Ma questa, aimè, è la dura realtà. In fondo, cosa abbiamo cercato in questi anni? Eravamo tutti sulla stessa strada, forse, senza però mettere in conto che tra di noi le careggiate erano separate da grandi muri invisibili. Ognuno andava per contro proprio? Non credo, non è possibile. Però alla fine i conti tornano e il mio non è egoismo o presunzione, ma solo la pura constatazione della realtà dei fatti. Per fortuna c'è quella luce, quella fessura che piano piano si sta aprendo dentro me e che spero non si richiuda in modo drastico a breve, solo perchè non siamo all'altezza di comprendere le nostre anime. Potrei continuare a lungo a scrivere, ma come al solito potrei ricadere nelle mie piccolezze e nelle mie paranoie adolescenziali che non hanno ne capo e ne coda. La campana di vetro ancora c'è, vi vedo tutti, siete li, dietro il vetro, non posso toccarvi, non posso parlarvi, posso solo vedervi...

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