giovedì 29 aprile 2010

...ritorno alla "realtà"...


Qualcuno addirittura me l'ha chiesto, perché non scrivo più? Era solo ieri, ho risposto che non c'era tempo, ho risposto che forse c'era una pausa dai pensieri negativi e invece...NO! Sono tornato caro lettore incallito, che ogni tanto vieni a dare una sbirciatina qui. Sono tornato con un carico di negatività e "ignoranza" pronta ad esplodere da un momento all'altro. Ecco? Lo vedi anche tu? Mancano i termini, manca tutto ciò che dovevo imparare nel corso di questi anni. Dovevo fare tante cose, arricchirmi soprattutto dei momenti di "noia", sono quelli, secondo alcuni, che portano poi alla ricchezza interiore e non. Eppure c'è una parola che spesso viene usata e violentata, si chiama Libertà. Non dobbiamo essere Liberi? Liberi di andare dove vogliamo, liberi di costruirci il futuro? A me non sembra più cosi, perché sento e avverto sempre le stesse sensazioni di pesantezza di qualche mese fa, ora con più consapevolezza, con più certezza delle scelte che si fanno. Ebbene, dove sta la fregatura allora? Nel vedere sgretolarsi giorno dopo giorno la nostra vita? Nel vedere che comunque ci stiamo preparando solo ad un'altra inesorabile fine? E a volte lo avverto e prego che non sia cosi, prego che dietro l'angolo non ci sia quell'altro abbandono. Poi si che tutto crolla, poi si che tutto assume un colore a noi ben noto. Dei momenti di nervosismo che vedo quasi ogni giorno, ne faccio un campanello d'allarme, dei sospiri, dei messaggi abortiti a metà, degli sguardi spenti e bassi. Poi finisce! Me lo sento dire spesso questa frase, "guarda che poi finisce" e se finisce...preparatevi alla catastrofe annunciata. Ora con massima lucidità risponderò alle vostre provocazioni. Dirò il vero, rispondendo ai vostri sogni, ai vostri progetti che non hanno via di scampo. Alla fine, si, alla fine anche voi avete scelto la strada più comoda in qualche modo, solo che non vi rendete conto di cosa avete partorito. Una scheggia di follia, di paura, di angoscia continua che a breve porterà i suoi "frutti". In un certo senso mi avete voluto così, e ora mi tenete tra le vostre giornate amare e piene di sacrifici per il nulla che incombe e imperversa ogni santo e fottuto giorno. Sono acido oggi, sono la melma della pozzanghera dopo la pioggia, il sapore salato delle lacrime copiose che scivolano velocemente su un viso infantile. Cosa me ne devo fare di voi? Se siete il prodotto di anni di incomprensioni? Avete lasciato marcire anche i vostri sogni, per costruire una casa, una "famiglia", un week end ben confezionato e una vecchiaia di MERDA. Non temete miei cari, ora vi lascio, vi sgancerò con dei suoni malati e delle grida lancinanti...prendetela come la mia colonna sonora di oggi, di questo periodo...di sempre. Tra un pò di tempo, forse, riavrò la forza di rielaborare i miei pensieri con più lucidità, per il momento vi lascio cosi...al prossimo delirio estremo...

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