domenica 5 settembre 2010

...l'ignoto diluito nel niente...


Tornare ancora una volta qui, trovare rifugio in uno spazio virtuale, a cosa può servire? Osservo, sto in silenzio e penso. A tutto ciò che sta scorrendo inesorabile e lento sotto i miei piedi. In realtà non volevo, no, non volevo proprio. Ma ora ci sono e cosa faccio? Procurare ferite con la parola?Non è mia intenzione lo sapete. Allora provo a rimettere i tasselli al posto giusto, cerco con tutto me stesso di avere un'andatura tale, da non provocare scossoni a chi con me, è in questo dissestato cammino. E poi ci sono quei pensieri quotidiani, il sogno di normalità e soprattutto di serenità. Ci sono momenti di alta autostima e altri in cui ti vedi verme immondo. Mi fermo e guardo l'ambiente circostante, uno strano silenzio pomeridiano, un sole che diventa sempre meno caldo e anche una foto, un particolare, ricorda di come è cosi fragile la nostra vita. C'è un qualcosa che accomuna ogni periodo della mia esistenza, è quello stato sottile di abbandono che si può trovare ovunque, anche in un abito perfetto, in un sorriso abbozzato a metà, a delle parole adolescenziali, in un dialogo inutile. Parlare di niente, quante vole l'abbiamo fatto? Quante volte l'ho fatto? Mi concentro, da ora in poi sarò costruttivo; incontro i primi ostacoli, cerco con il dialogo di riappropriarmi del mio percorso...e diventa dura. Periodi strani, quanti ne ho passati o è sempre lo stesso? Ma in fondo sono io, sempre e soltanto io. Nei piccoli dialoghi quotidiani cerco di capire cosa c'è dietro, se un mondo vero o solo un passatempo. Non ci capiamo, no, non ci capiamo mai. Eppure ci sono stati momenti in cui tutto filava liscio, o meglio la parte biologica, credo. Perdo il filo, ancora una volta. Mi devo concentrare e cercare di capire cosa sta accadendo. Forse avrei bisogno di un po' di chimica per stordirmi. No, meglio di no. Forse dell'alcol diluito con delle risate inutili. Eppure cosi uniti e cosi lontani, due vite, due mondi, due niente.

Stanchezza improvvisa che riporta di nuovo un distacco, altre parole sarebbero inutili. E allora mi fermo ancora una volta, guardo il mio ignoto diluito nel niente...attorno a me.

giovedì 29 aprile 2010

...ritorno alla "realtà"...


Qualcuno addirittura me l'ha chiesto, perché non scrivo più? Era solo ieri, ho risposto che non c'era tempo, ho risposto che forse c'era una pausa dai pensieri negativi e invece...NO! Sono tornato caro lettore incallito, che ogni tanto vieni a dare una sbirciatina qui. Sono tornato con un carico di negatività e "ignoranza" pronta ad esplodere da un momento all'altro. Ecco? Lo vedi anche tu? Mancano i termini, manca tutto ciò che dovevo imparare nel corso di questi anni. Dovevo fare tante cose, arricchirmi soprattutto dei momenti di "noia", sono quelli, secondo alcuni, che portano poi alla ricchezza interiore e non. Eppure c'è una parola che spesso viene usata e violentata, si chiama Libertà. Non dobbiamo essere Liberi? Liberi di andare dove vogliamo, liberi di costruirci il futuro? A me non sembra più cosi, perché sento e avverto sempre le stesse sensazioni di pesantezza di qualche mese fa, ora con più consapevolezza, con più certezza delle scelte che si fanno. Ebbene, dove sta la fregatura allora? Nel vedere sgretolarsi giorno dopo giorno la nostra vita? Nel vedere che comunque ci stiamo preparando solo ad un'altra inesorabile fine? E a volte lo avverto e prego che non sia cosi, prego che dietro l'angolo non ci sia quell'altro abbandono. Poi si che tutto crolla, poi si che tutto assume un colore a noi ben noto. Dei momenti di nervosismo che vedo quasi ogni giorno, ne faccio un campanello d'allarme, dei sospiri, dei messaggi abortiti a metà, degli sguardi spenti e bassi. Poi finisce! Me lo sento dire spesso questa frase, "guarda che poi finisce" e se finisce...preparatevi alla catastrofe annunciata. Ora con massima lucidità risponderò alle vostre provocazioni. Dirò il vero, rispondendo ai vostri sogni, ai vostri progetti che non hanno via di scampo. Alla fine, si, alla fine anche voi avete scelto la strada più comoda in qualche modo, solo che non vi rendete conto di cosa avete partorito. Una scheggia di follia, di paura, di angoscia continua che a breve porterà i suoi "frutti". In un certo senso mi avete voluto così, e ora mi tenete tra le vostre giornate amare e piene di sacrifici per il nulla che incombe e imperversa ogni santo e fottuto giorno. Sono acido oggi, sono la melma della pozzanghera dopo la pioggia, il sapore salato delle lacrime copiose che scivolano velocemente su un viso infantile. Cosa me ne devo fare di voi? Se siete il prodotto di anni di incomprensioni? Avete lasciato marcire anche i vostri sogni, per costruire una casa, una "famiglia", un week end ben confezionato e una vecchiaia di MERDA. Non temete miei cari, ora vi lascio, vi sgancerò con dei suoni malati e delle grida lancinanti...prendetela come la mia colonna sonora di oggi, di questo periodo...di sempre. Tra un pò di tempo, forse, riavrò la forza di rielaborare i miei pensieri con più lucidità, per il momento vi lascio cosi...al prossimo delirio estremo...

domenica 28 febbraio 2010

...nothing & panic...


Chi l'avrebbe mai detto che sarei tornato con l'anno nuovo? Forse le sensazioni di ieri?Quelli di oggi? O semplicemente quelle di sempre? Vero, non ho avuto voglia di scrivere più, non ho trovato la forza dopo l'ennesimo pranzo anaffiato dal solito vino. Eppure oggi mi ritrovo qui a snocciolare qualche pensiero che riaffiora nella mia mente. Ma andiamo con ordine. Questi mesi che sono passati, hanno portato una lieve ondata di ottimismo, con rare pause di ansia e dolore. Molte emozioni, molte piccole gioie, però ancora nessuna certezza per un eventuale futuro. Perché eventuale? , con tutte le catastrofi che accadono ogni giorno attorno a me, piccole o grandi che siano, non vedo un sequele...di nessun tipo. Certo, analizzando con massima lucidità la situazione, posso benissimo spartire la giusta dose di colpe. Ma tutto questo a che pro? Forse bisogna iniziare a cambiare angolazione, vedere tutto in modo diverso. Dare leggerezza ad alcune cose e appesantirne altre, ma forse non cambierebbe nulla. Trovare sempre la giusta dose in tutto, economizzare, a volte fermarsi...piangere, ridere, urlare...per poi??? Morire...(conclusione scontata).
Ora passiamo ad altro, come sempre mi faccio prendere dalla situazione post-pranzo e concludo ben poco. Comunque, dopo ieri, posso benissimo dire di aver conosciuto un'altra parte di me sconosciuta. In un attimo, puoi crollare a terra, avere il respiro affannoso, tremare e vedere il buio. Sono stati solo attimi lo so...ma in quei momenti, si, in quei momenti senti solo l'amaro sapore della fine. Eppure dopo pochi minuti, tutto torna alla normalità, tutti i lineamenti ritornano al loro posto, alcune cose che vedevi un secondo prima non ci sono più. Ora rimane una riflessione, capire ancora una volta dov'è la strada, cercare di capire se ne vale la pena, continuare a cercare quella normalità, molto spesso pensata, ma mai assaporata.

Il pomeriggio continua, forse come quelli di pochi mesi fa, vista annebbiata, dolore sempre presente e il vuoto eterno attorno a me. Finirà tutto ciò? Ancora tanti ??? messi insieme, per ricordarmi che qui c'è solo da perdere...