Dopo l'ennesimo attacco al sistema emotivo mi ritrovo dopo un bel pò di giorni a riscrivere in questo blog e devo dire la verità, ne sentivo un pò la mancanza. Se ieri un sussegursi di emozioni più o meno insignificanti mi hanno portato ad avere quel dolorino dentro la gabbia toracica; oggi sembra che dentro questa gabbia toracica ci sia tutto e niente. Forse alcune sensazioni non le provavo da tempo e forse ci stavo un pò cascando di nuovo, ma il passato insegna e forse qualche volta, frena dei momenti emotivamente intensi. Cosa è stato? Non lo so...semplicità sbattuta in faccia senza malizia senza idee perverse. Ed io continuo ad osservarvi e a cercare di capire qualcosa e mettere insieme dei tasselli utili per un futuro diverso, capirvi è la cosa più difficile in questo momento e troppo facile e scontato ignorarvi; Ma allora cosa fare? Essere cosi sfacciati sempre? Scontati?Io no, non è nel mio stile non è nel mio DNA. Meno male che c'è sempre la quotidianetà che ricopre tutto con uno strato pesante di malinconia e tristezza e qualche groppo in gola che non vuole proprio andare giù. Di botto le parole uccidono, stati di eccitazione cadono a terra come vetri fragili di qualche bicchiere riposto in un vecchio mobile impolverato e lasciato marcire dentro case abbandonate. L'abbandono, la decadenza, la si può notare ovunque e non soltano in un muro pericolante o in una strada piena di buche, la si nota dentro le persone, dentro lo sguardo perso di chi dall'esterno ci sembra un essere fantastico. Abbandono...quanto ne ho parlato in passato?Nemmeno io lo ricordo più, dovrei ripescare qualche vecchio quaderno e magari riprendere questo argomento successivamente. Mi auguro di non arrendermi mai e continuare a sputare qui i miei pensieri, molto spesso acidi, molto spesso semplicemente malsani. Di nuovo la stanchezza mi prende e vorrei di nuovo distendermi ma credo che non lo farò, oggi non è il caso. Il freddo è arrivato di botto, le mani iniziano a congelarsi e fuori il vento scuote tutto, sposta velocemente le nuvole aprendo squarci di azzurro che subito vengono chiusi da altre nuvole, l'amato e odiato inverno è qui ed io continuo ad osservarvi da dietro questo vetro opaco cercando in tutti i modi di frantumarlo sperando di riprovare vecchie emozioni dimenticate...il delirio...continua...
venerdì 21 novembre 2008
...after emotions...
Dopo l'ennesimo attacco al sistema emotivo mi ritrovo dopo un bel pò di giorni a riscrivere in questo blog e devo dire la verità, ne sentivo un pò la mancanza. Se ieri un sussegursi di emozioni più o meno insignificanti mi hanno portato ad avere quel dolorino dentro la gabbia toracica; oggi sembra che dentro questa gabbia toracica ci sia tutto e niente. Forse alcune sensazioni non le provavo da tempo e forse ci stavo un pò cascando di nuovo, ma il passato insegna e forse qualche volta, frena dei momenti emotivamente intensi. Cosa è stato? Non lo so...semplicità sbattuta in faccia senza malizia senza idee perverse. Ed io continuo ad osservarvi e a cercare di capire qualcosa e mettere insieme dei tasselli utili per un futuro diverso, capirvi è la cosa più difficile in questo momento e troppo facile e scontato ignorarvi; Ma allora cosa fare? Essere cosi sfacciati sempre? Scontati?Io no, non è nel mio stile non è nel mio DNA. Meno male che c'è sempre la quotidianetà che ricopre tutto con uno strato pesante di malinconia e tristezza e qualche groppo in gola che non vuole proprio andare giù. Di botto le parole uccidono, stati di eccitazione cadono a terra come vetri fragili di qualche bicchiere riposto in un vecchio mobile impolverato e lasciato marcire dentro case abbandonate. L'abbandono, la decadenza, la si può notare ovunque e non soltano in un muro pericolante o in una strada piena di buche, la si nota dentro le persone, dentro lo sguardo perso di chi dall'esterno ci sembra un essere fantastico. Abbandono...quanto ne ho parlato in passato?Nemmeno io lo ricordo più, dovrei ripescare qualche vecchio quaderno e magari riprendere questo argomento successivamente. Mi auguro di non arrendermi mai e continuare a sputare qui i miei pensieri, molto spesso acidi, molto spesso semplicemente malsani. Di nuovo la stanchezza mi prende e vorrei di nuovo distendermi ma credo che non lo farò, oggi non è il caso. Il freddo è arrivato di botto, le mani iniziano a congelarsi e fuori il vento scuote tutto, sposta velocemente le nuvole aprendo squarci di azzurro che subito vengono chiusi da altre nuvole, l'amato e odiato inverno è qui ed io continuo ad osservarvi da dietro questo vetro opaco cercando in tutti i modi di frantumarlo sperando di riprovare vecchie emozioni dimenticate...il delirio...continua...
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