Finalmente trovo un pò di tempo per ritornare a scrivere qualche riga su questo blog...sono passati un pò di giorni e in definitiva non è cambiato poi molto, le atmosfere sono quelle del 18 con qualche chilo in più di stanchezza addosso. Sto notando quasi con stupore che ho un dolore al petto non costante ma abbastanza fastidioso. Passando ad altro, perchè penombre? Potrei iniziare la spiegazione con qualcosa riguardante la vita di ognuo di noi, cadendo nel banale dicendo che in ognuno di noi ci sono delle penombre o delle zone di ombra o di qualcosa che non riesco a definire. Pochi giorni fa ho ripescato un disco uscito a fine maggio di un gruppo abbastanza strambo di nome Malnatt, in dialetto bolognese semplicemente vuol dire "sporco". Il proggetto Malnatt nasce qualche anno fa dal carismatico frontman e mente del gruppo Porz; I Malnatt suonano semplicemente Black Metal ma non di quello scontato con chitarre zanzarose e blast beat a palla. Potrei dire benissimo, da recensore da quattro soldi, che loro suonano il pensiero black metal, lo spirito o semplicemente, e forse faccio prima, suonano metal. L'ultimo album "La Voce dei Morti", mi ha lasciato letteralmente a bocca aperta per un semplice fatto, sentire le poesie della Scapigliatura italiana cantate in chiave black metal è un qualcosa di raro se non unico. Un album diverso per vendere qualche copia in più? Bè, credo proprio di no...semplicemente questi poeti (Pallazzeschi,Praga,Pinchetti,Pascoli ecc) hanno decantato molto tempo prima di noi, ciò che fanno molti gruppi black adesso, ovviamente con una sensibilità e un linguaggio totalmente diverso dal nostro, poveri ignoranti disillusi. Ecco perchè "La Voce dei Morti"...come ha dichiarato Porz in un intervista..."loro hanno già detto tutto prima di noi, ed io adesso non ho altro da aggiungere". Mi auguro che non sia l'ultimo disco dei Malnatt, ma anche se lo fosse, hanno lasciato un'opera che riamarrà nel tempo e nei ricordi di chi sa apprezzare anche qualcosa di diverso dai soliti clichè da classifica.
Dal disco ho pescato appunto "Penombre" di Emilio Praga, lascio a voi ogni tipo di commento e interpretazione, io la trovo semplicemente immensa...
PENOMBRE
(lyrics by Emilio Praga)
Noi siamo figli dei padri ammalati;
aquile al tempo di mutar le piume
svolazziam muti, attoniti, affamati,
sull'agonia di un nume.
Nebbia remota è lo splendor dell'arca,
e già all'idolo d'or torna l'umano,
e dal vertice sacro il patriarca
s'attende invano;
s'attende invano dalla musa bianca
che abitò venti secoli il Calvario,
e invan l'esausta vergine s'abbranca
ai lembi del Sudario...
Casto poeta che l'Italia adora,
vegliardo in sante visioni assorto,
tu puoi morir!... Degli Antecristi è l'ora!
Cristo è rimorto!
O nemico lettor, canto la Noia,
l'eredità del dubbio e dell'ignoto,
il tuo re, il tuo pontefice, il tuo boia,
il tuo cielo, e il tuo loto!
Canto litane di martire e d'empio;
canto gli amori dei sette peccati
che mi stanno nel cor, come in un tempio,
inginocchiati.
Canto l' ebrezze dei bagni d'azzurro,
e l'Ideale che annega nel fango...
Non irrider, fratello, al mio sussurro,
se qualche volta piango...
giacché più del mio pallido demone,
odio il minio e la maschera al pensiero,
giacchè canto una misera canzone,
ma canto il vero!
Malnatt - Penombre
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