mercoledì 1 luglio 2009

...nuove pagine uguali...


E'cambiata solo la data nel calendario, ma il cielo è rimasto lo stesso dall'ultima volta che ho scritto qui. Forse, non è solo il cielo che è rimasto uguale, ma la sensazione stagnante e spenta che percepisco ormai da tempo. In effetti sono passati un po' di giorni; giorni che potevano servire per riflettere e invece sono passati quasi inosservati, se non ci fossero state le scosse positive che mi sta dando lei. Continua a chiudersi il cielo e insieme ad esso, si chiudono sipari invisibili dentro me, accompagnati sempre da un requiem diverso. Pioggia, pioggia e solo pioggia. Il grigiore non abbandona mai questi giorni. E' tutto grigio e squallido, anche i luoghi dove dovrebbe rinascere la vita e invece? Pezzi di intonaco che cadono, pozzanghere nere, erbacce...volti rigati da anni di sofferenze e sguardo spento. Non bastano delle immagini colorate alle pareti, non basta la cura delle persone serene, per rendere un ambiente decoroso. Ma cosa vuoi che sia un ambiente decoroso solo all'apparenza? Avverto qualcosa, ora più che mai, che nemmeno una persona accanto può capire, talmente tutto è cosi intriso di niente. Cosa vedono i miei occhi ancora una volta? Polvere, marciume, nervosismo, ansia, "stress", paranoia? Tante sensazioni, tanti odori, suoni, quasi sempre gli stessi; Come il cielo che adesso si sta ribellando ancora una volta a noi poveri umani, insaziabili di nulla, insaziabili di cose dalla breve durata.

Ci voleva questo sfogo folle, queste poche righe sbattute qui, ancora una volta, accompagnate da suoni e foto che riportano in sintesi la realtà dei fatti. Ancora una volta è stato cosi, una descrizione veloce, piena di imprecisazioni, ma vera, sentita. In questi giorni e oggi in particolare, altri suoni hanno accompagnato il mio tempo con "voi" e altre parole fanno capolino qui. Vi lascio con questi suoni e altri versi tratti dal "Dualismo" di Arrigo Boito...alla prossima osservazione.

"Son luce ed ombra; angelica farfalla o verme immondo sono un caduto cherubo dannato a errar sul mondo, o un demone che sale, affaticando l'ale, verso un lontano ciel."