“Dal grigio della nebbia fitta fitta traspaiono cipressi ombre nere spugne di nebbia. E di lontano dondolando lento ne viene un suono di campana quasi spento. Più lontano lontano passa un treno mugghiando”.
(Pastello del tedio, A.Palazzeschi)
Inizio così, quest'ultimo post di aprile. Una bellissima foto, che mi ha gentilmente dato una cara amica e una stupenda poesia del Pallazzeschi. Ultimo giorno di aprile, oggi per fortuna non c'è la nebbia fitta fitta ma è come se ci fosse. Come spesso accade in questo ultimo periodo, l'idea di scrivere qui, parte sempre qualche giorno prima, ma poi, per mancanza di volontà e forse perché in quel momento non sono "concentrato" lascio perdere. Oggi sembra che ci sia il clima giusto e la buona volontà per farlo. Bene, mi "concentro" subito per tirar fuori i pensieri di questi giorni, cercando di non fare come al mio solito i grovigli di pensieri e sensazioni dei post precedenti. Pensando ai giorni scorsi e a quelle sensazioni che provavo in determinati momenti, posso dire, ancora una volta, che sono lontane sensazioni e lontani pensieri ormai. Capita sempre cosi purtroppo, periodo di concentrazione per un qualcosa che si tiene, pensieri fissi e poi, il triste risultato di una non risposta. In fondo, cosa dovevo aspettarmi? Qualcosa di concreto? No, e cosa? Mi faccio domande e cerco di rispondermi da solo, se può valere a qualcosa. Se ora sono giorni consapevoli e però privi di scosse, forse è anche merito suo e di situazioni esterne molto più grandi di noi. Non ne voglio parlare più ora, non ha senso, non ha più senso...e non hanno senso nemmeno i messaggi adolescenziali che mi lanci tra una pausa e l'altra di chissà quali pensieri più importanti di me. Ricado, si, ricado comunque nel discorso. Forse voglio riempire queste righe di qualcosa che sto vivendo di riflesso? Non saprei, il resto è niente, o forse è nebbia che scende fitta fitta e si posa sulla mia mente per tenerla ancora in pausa. Ma è comunque tempo di piccoli cambiamenti, forse a breve si ritorna a dare un senso alla mia più grande passione. Spero siano giorni, quelli che verranno, di cuciture e di ritorni. Non vorrei sbilanciarmi molto, ma aspetto un po' di tempo per tirare qualche conclusione e di sicuro non mancherò di accennare qui gli sviluppi.
Questi giorni sono stati caratterizzati anche da un clima a dir poco invernale, clima che alla fine non ha aiutato poi molto anche se per certi aspetti mi è stato amico. Questi giorni mi hanno portato anche a conoscere nuovi suoni e nuove idee in ambito musicale che potrebbero ritornare utili anche con le nuove composizioni. Qualcosa credo che si stia muovendo, vorrei che anche altre cose si sbloccassero, ma per il momento è meglio cosi. C'è una strana consapevolezza nell'aria, mi mancano le giuste parole per descriverla. Non so se la poesia del Pallazzeschi può essere un aiuto, oppure queste melodie, sta di fatto che ora vedo solo una cappa grigia che attraverso il silenzio blocca tutto. Meglio non aggiungere altro a questi miei deliri...