Avevo dimenticato certe sensazioni piacevoli, piccoli contatti, lievi "carezze". Un altro giorno dopo, stavolta quasi come un deja-vù; ma è già volato via di nuovo. Oggi non rimane niente, solo un lieve ovattamento della testa, proprio ai lati, vicino alle orecchie. Non potevo mai immaginare che vicino a me ci fossero mondi cosi diversi o forse è soltanto frutto di una situazione temporanea. E' il dopo che io non riesco a capire mai, quel dopo fatto di silenzi e di ricordi tagliati troppo in fretta. Ero io, si, proprio io, nelle mie piene facoltà mentali. Sono fiero di pensare al passato in modo cosi lucido e crudele, ma accettare minimamente tutto come semplice e banale normalità è assurdo. Oggi cambio, oggi sono diverso e sono fiero anche di questo. Lievemente e silenziosa arriva la consueta stanchezza che mi porta già via di qui. Non vorrei, non vorrei proprio staccarmi da queste righe, ma come faccio? Parole del giorno dopo, parole intrise di tutto e niente, sempre i soliti giri, i soliti sospiri. Come fare a questo punto, ad essere totalmente diversi? Totalmente, da un giorno all'altro? Non si può, ed è inutile sprecare fiato per dire sempre le stesse cose. Lasciatemi in pace, lasciatemi riflettere tra queste note e non abbozzare un discorso che non potrebbe avere ne capo e ne coda. Perso tra le frasi fatte, rido di me stesso, rido anche delle parole che mi dite per allietare momentaneamente la mia anima e invece, non vi rendete conto che la state solo soffocando? No, evidentemente no, ma cosa pretendete alla fine? Un cambiamento, lievemente, un cambiamento...che forse non ci sarà mai. Anche per oggi il delirio si è compiuto, ho fatto passare tot giorni per riscrivere qua, ho fatto bene il mio compitino e adesso rileggo la mia follia. Sempre di più questo spazio diventa una tela non disegnata, ma sporcata di colori che vanno dal blu al nero, colori freddi, come freddi sono questi giorni nuovamente bagnati dalla solita e sottile pioggia...al prossimo delirio mal pensato.
domenica 22 febbraio 2009
...lieve-mente...
Avevo dimenticato certe sensazioni piacevoli, piccoli contatti, lievi "carezze". Un altro giorno dopo, stavolta quasi come un deja-vù; ma è già volato via di nuovo. Oggi non rimane niente, solo un lieve ovattamento della testa, proprio ai lati, vicino alle orecchie. Non potevo mai immaginare che vicino a me ci fossero mondi cosi diversi o forse è soltanto frutto di una situazione temporanea. E' il dopo che io non riesco a capire mai, quel dopo fatto di silenzi e di ricordi tagliati troppo in fretta. Ero io, si, proprio io, nelle mie piene facoltà mentali. Sono fiero di pensare al passato in modo cosi lucido e crudele, ma accettare minimamente tutto come semplice e banale normalità è assurdo. Oggi cambio, oggi sono diverso e sono fiero anche di questo. Lievemente e silenziosa arriva la consueta stanchezza che mi porta già via di qui. Non vorrei, non vorrei proprio staccarmi da queste righe, ma come faccio? Parole del giorno dopo, parole intrise di tutto e niente, sempre i soliti giri, i soliti sospiri. Come fare a questo punto, ad essere totalmente diversi? Totalmente, da un giorno all'altro? Non si può, ed è inutile sprecare fiato per dire sempre le stesse cose. Lasciatemi in pace, lasciatemi riflettere tra queste note e non abbozzare un discorso che non potrebbe avere ne capo e ne coda. Perso tra le frasi fatte, rido di me stesso, rido anche delle parole che mi dite per allietare momentaneamente la mia anima e invece, non vi rendete conto che la state solo soffocando? No, evidentemente no, ma cosa pretendete alla fine? Un cambiamento, lievemente, un cambiamento...che forse non ci sarà mai. Anche per oggi il delirio si è compiuto, ho fatto passare tot giorni per riscrivere qua, ho fatto bene il mio compitino e adesso rileggo la mia follia. Sempre di più questo spazio diventa una tela non disegnata, ma sporcata di colori che vanno dal blu al nero, colori freddi, come freddi sono questi giorni nuovamente bagnati dalla solita e sottile pioggia...al prossimo delirio mal pensato.
mercoledì 11 febbraio 2009
...Invocation...
Continuare ad invocare la calma, anche se tutto è apparentemente tranquillo. E' questo che sto cercando di fare in questi giorni silenziosi. Mancavo da molto in questi spazi, iniziavo a scrivere e mi bloccavo ogni volta. Era la stanchezza invisibile, che ogni volta mi impediva di mettere due parole sensate insieme, e non sono nemmeno sicuro se lo farò questa volta. I continui "stress" di questi giorni hanno fatto da cornice e hanno enfatizzato tutto ciò che c'è attorno a me. Le montagne attorno a me, il cielo che continua a cadere in gocce non stanno aiutando poi molto e poi questo interminabile freddo che continua inesorabile a scuotere la mia pelle e il mio corpo, ed è inutile ricoprirmi con vari strati di vestiti. Il freddo entra tra le fibre e ancora una volta ghiaccia le carni che mi avvolgono.
Non ricordavo di piogge cosi intense e cosi durature, ogni mattina trovo il terreno umido e ogni mattina quei pochi raggi di sole spariscono nell'arco di pochi minuti, per far posto a nuvole nere e ad un freddo ancora più pungente. Piove ancora, il terreno si spacca, le colline si sgretolano, i cimiteri implodono su se stessi, le strade...quelle che percorro ogni giorno ormai sono crivellate da buche. La cosa peggiore che noto è il senso di abbandono da tutto e tutti, rimane solo il nostro sguardo verso l'alto ad implorare il ritorno di un clima più mite e invece ancora giù piogge. Sembra che le gocce ormai si siano trasformate in gocce di piombo per continuare a martoriare la nostra terra. Adesso, qualcuno se ne accorgerà dello scempio che abbiamo provocato alla natura? Credo proprio di no, continueremo ad abusare di lei fino a quando rimarremo bloccati per sempre nei nostri fortini e non avremo più niente per comunicare con il mondo esterno.
Ritornando a me, la cosa che è cambiata nello scrivere qui è che il vuoto che io ho sempre descritto o cercato di descrivere nelle sue varie forme, si sta rivelando un'arma contro me stesso. Sento un impoverimento delle mie parole e dei miei pensieri, non credo sia dovuto ad altri pensieri che girano attorno a me, ma semplicemente dal fatto che tutto è diventato cosi inutile e impercettibile ai nostri sensi. Continuerò a parlare di vuoto, di incomprensioni e di malesseri, magari non sempre qui ma attraverso la musica. Per il momento vi lascio con una "passeggiata" tra i boschi dove poter attraverso la compagnia degli alberi,della natura e delle melodie che più amo ristorare la mia anima da tutto questo marciume che pervade la terra e invocare ancora una volta...la calma...
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